Danzare è celebrare l’armonia. Sempre. Anche quando la danza è scomposta, dissonante, destrutturata, mette in comunicazione l’individuo con ciò che lo trascende: Dio, la natura, la comunità. Perchè la danza funziona da “catalizzatore di energia”, crea un’”addensamento” (vortice, tensione, secondo il significato etimologico riconducibile alla radice sanscrita “tan”), in cui individuo e cosmo vibrano all’unisono, riproducendo la strutturale dinamica di aggregazione/disgregazione che sottende ogni fenomeno.

Danzare è celebrare la bellezza, laddove per bellezza non si intende soltanto la proporzione misurata dell’”apollineo” ma anche la sfrenatezza inquietante del “dionisiaco”, che assieme compongono la contraddittoria e sublime fenomenologia dell’esistenza. La danza risulta dalla sintesi di forma e caos: catturando e strutturando i moti dello spirito nella plasticità dei gesti, “dà forma al caos”, rende immediatamente leggibili e comunicabili le emozioni più variegate, dalla gioia alla disperazione, dal desiderio allo stupore, dalla gravità alla leggerezza. In ciò risiede il suo valore “terapeutico”, oltrechè artistico, che la rende un’insostituibile fattore di  espressione personale e coesione sociale in ogni cultura. Sia che si tratti di danza accademica, in cui l’accento è posto sul valore estetico, sia di danza popolare, che enfatizza la funzione sociale.

Scaturendo dalla fusione di anima e corpo, la danza interpreta la perfetta circolarità di bellezza esteriore e bellezza interiore, suggestivamente raffigurata dagli antichi nell’iconografia delle Tre Grazie, sempre riprodotte nell’atto di danzare in cerchio tenendosi per mano, laddove “Aglaia è lo splendore della bellezza fisica, Eufrosine  è la letizia della bellezza interiore, Talia è il frutto della pienezza che scaturisce dall’unione delle due” (Mancuso).

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Pagina dedicata alla Danza

La mia formazione nella danza

Sono danzatrice ed insegnante specializzata nella pratica delle danze etniche, cui mi dedico da 35 anni con attività di ricerca, apprendimento, spettacolo ed insegnamento.
Ho esplorato negli anni diversi repertori di danza (dalle danze irlandesi a quelle balcaniche, greche, francesi, spagnole, caraibiche…), frequentando corsi di formazione ed approfondimento con insegnanti di madre danza e con danzatori italiani specializzati nell’insegnamento delle danze etniche.

Dal 2004 studio, pratico e insegno danza del ventre. Dal 2010 mi dedico in modo specialistico all’insegnamento delle “tarantelle” o balli tradizionali del Sud Italia (di tradizione e di ricerca).
Sono in possesso del diploma nazionale CSEN-CONI di II livello di Insegnante di “Danze coreografiche, Danze etniche, Popolari e di Carattere”.

Dal 2011 al 2018 ho cofondato e coordinato l’a.s.d. “Mariposa. Centro Studi Danze Etniche e Discipline Psicocorporee”, operativa principalmente a Sacile (PN). Dal 2018 al 2024 ho coordinato il settore danze (sezione “Dojodanza”) dell’a.s.d. Dojo Sacile.

Ho recentemente creato il marchio MFdanza, che, oltre a contraddistinguere le mie proposte didattiche ed artistiche, include un’ampia gamma di attività realizzate in collaborazione con uno staff di istruttori e danzatori.

Gestisco corsi e laboratori a Sacile ed ovunque mi venga richiesto. Coordino in veste di Direttrice Didattica percorsi formativi finalizzati all’acquisizione della qualifica CONI di Istruttore di Danze Etniche.

Sto esplorando con vivo interesse le potenzialità della danza in ordine alla promozione del benessere, all’armonizzazione della personalità, all’espansione della creatività individuale e delle competenze relazionali. In tale ottica, sto gestendo laboratori rivolti a persone con diverse abilità, proponendo percorsi che prevedono la contaminazione fra danza e altre discipline artistiche e mi sono avvicinata alla danzaterapia.

Danza del ventre

La danza del ventre è un’arte antica e raffinata, che affonda le sue radici nel cuore della tradizione artistica araba.
Da sempre celebra l’intimità fra donne e l’armonia con il cosmo. Integra corpo e anima nella ricerca di una femminilità piena ed elegante, che esalta i diversi registri espressivi della personalità: fierezza, dolcezza, sensualità, intensità drammatica, ironia, allegria… 

Propongo e gestisco corsi di livello base, intermedio, avanzato. In ogni percorso dedico particolare cura alla tecnica: i movimenti vengono proposti nella loro scomposizione didattica per facilitarne l’apprendimento. Le allieve vengono accompagnate ad introiettare gradualmente passi, gesti, pose, combinazioni al fine di impossessarsi di un solido patrimonio tecnico, che consenta loro di esplorare con gratificazione le valenze espressive ed artistiche della danza.

Ogni incontro prevede una parte di tecnica ed una parte di coreografia. Particolare attenzione viene dedicata all’impostazione corporea e allo scioglimento muscolare, attraverso esercizi mirati di stretching dolce.
Viene curata la contestualizzazione della danza stessa, con la condivisione di informazioni sulla storia e sui significati simbolici e culturali.
Si punta alla creazione di un clima accettante nella classe al fine di valorizzare le potenzialità di ciascuna allieva e favorire l’espressione armoniosa della sua specificità femminile.  

Tarantelle

Col nome tarantelle si designa la famiglia delle danze popolari del Sud Italia, accomunate dalle seguenti caratteristiche: un ritmo travolgente scandito dai tamburi a cornice, un forte afflato corale sottolineato dal danzare in cerchio e in coppia coinvolgendo l’intera comunità, la messa in gioco della creatività dei danzatori nel costruire i movimenti e l’interazione. Le tarantelle hanno diverse declinazioni regionali e locali: assumono forme e hanno storie specifiche in relazione alla cultura in cui si sono sviluppate e di cui esprimono l’identità. Insieme compongono  un mondo “pulsante”,  avendo in comune una musica ed un ritmo che sprigionano energia e permettono di condividere gioia e complicità.

Da tempo studio e pratico questo repertorio, con la guida di insegnanti di madredanza, maestri della tradizione e interpreti dell’innovazione, confrontandomi anche e soprattutto con la danza “vissuta”, ballata nelle feste e nelle comunità cui appartiene. Ho elaborato un personale metodo d’insegnamento (basato sulla codifica dei passi e sulla proposta di esercizi per liberare la capacità d’improvvisazione), attraverso il quale accompagno gli allievi ad impadronirsi dei codici della tradizione e a sperimentarsi nell’interpretazione e personalizzazione del ballo. La mia proposta didattica comprende due percorsi, a volte distinti, a volte intrecciantisi.

Pizzica la taranta

E un progetto dedicato alla divulgazione del patrimonio culturale e musicale dell’Italia del Sud. Propone un itinerario alla scoperta delle principali forme di tarantelle appartenenti alla tradizione popolare delle nostre regioni meridionali: pizzica salentina, tammuriate campane, ballittu siciliano, tarantella del Gargano, tarantelle calabresi…

Corsi e stage sono tenuti da me e da docenti specializzati in materia, chiamati a presentare specifici repertori. E’ un percorso amatoriale, rivolto a chiunque desideri immergersi nel vortice inebriante di queste danze e condividere la gioia che sprigionano. Si articola in corsi annuali continuativi con lezioni settimanali (suddivisi in cicli distinti per livello) e in moduli “esportabili” là dove vi sia la richiesta.

Prevede momenti formativi e momenti di festa (vere e proprie “feste a ballo”), in cui praticare la danza, vivere appieno la magia della relazione con i compagni, conoscere persone accomunate dalla stessa passione.

Vengono organizzati periodicamente workshop con alcuni fra i più famosi e rappresentativi interpreti della scena artistica contemporanea legata alla divulgazione e alla riproposta dei balli popolari del Sud Italia (Andrea De Siena, Fabrizio Nigro, Simone Carotenuto, Parthenias Duo…). Particolarmente significativa la collaborazione inaugurata con la Scuola di Pizzica di San Vito dei Normanni (BR)

Il cerchio magico

E’ un progetto di ricerca artistica sulla “danza della taranta”, che la coniuga con l’espressività teatrale e si spinge ad esplorare i territori della creazione poetica.
Si rivolge ai “ricercatori di bellezza ed emozioni”, ovvero a chi desidera approcciare una dimensione di esplorazione artistica ed elaborazione coreografica, in possesso o meno di competenze specialistiche di danza.

Punto di partenza è lo studio dei passi di tarantella di tradizione, che vengono sviluppati in direzioni inedite grazie all’apporto della danza contemporanea, del teatro danza, delle danze popolari appartenenti ad altri patrimoni coreutici e dell’espressività individuale dei partecipanti.
La vita tutta, con le sue emozioni, viene fatta oggetto di danza e le coreografie scaturiscono dall’interazione fra codici tecnici (tradizionali e moderni) e l'”animo emozionato” di chi danza.

Il percorso si articola in laboratori coreografici (progetto Intarsi) condotti da me, dedicati alla creazione di coreografie in cui confluiscono i contributi creativi di insegnante ed allievi.

Ad essi si è aggiunto un percorso artistico molto prezioso ed avvincente, improntato decisamente al teatrodanza, condotto dalla danzatrice, attrice e danzamovimentoterapeuta Viola Centi: progetto Masciare (vedi la sezione dedicata).

Danza creativa

Danza Creativa è un termine generico usato per evocare metodi spesso sincretici, risultanti dalla fusione di tecniche di diversa provenienza, finalizzati a promuovere attraverso il movimento danzato il benessere complessivo delle persone, l’integrazione delle diverse componenti della loro personalità, l’espansione della loro creatività e l’ampliamento delle capacità espressive. 

La Danzaterapia è una pratica terapeutica vera e propria che aiuta a riequilibrare l’area cognitiva, l’area emotiva, l’area psicomotoria, a sciogliere eventuali blocchi e correggere disfunzionalità e va ad aumentare il livello dell’energia psico-fisica generale.

Dal 2022 frequento due percorsi formativi che mi stanno arricchendo di competenze spendibili in progettualità di danza espressiva e creativa: la scuola di formazione in Metodo Hobart ® – conoscersi nella danza, diretta da Claudio Gasparotto a Rimini, e la scuola di Danzamovimentoterapia ad indirizzo Espressivo Relazionale, diretta da Vincenzo Bellia a Roma. Fondendo le suggestioni che mi derivano da questi percorsi con le competenze maturate nella conduzione di setting di danza inclusiva e di laboratori coreografici, ideo e conduco progetti dedicati a tematiche specifiche, accomunati dall’essere al contempo ambiti di ricerca artistica e di crescita personale.

Negli ultimi due anni ho condotto i progetti “Danzare la poesia”, “I mille volti della donna” e  “Danzando Faber”, alcuni dei quali troveranno sviluppo anche nella stagione 2024-’25 (vedi sezioni dedicate): si possono definire percorsi di consapevolezza corporea e ricerca coreografica. Si rivolgono a qualsiasi persona desideri (ri)scoprire e valorizzare la bellezza intrinseca al movimento “naturale”, affinarla attraverso le tecniche della danza codificata e declinarla nella creazione collettiva di coreografie aventi qualità artistica. Ogni sessione consta di una parte dedicata all’esplorazione delle matrici interiori e delle strutture essenziali del movimento e di una parte di laboratorio coreografico in senso proprio, valorizzando l’accoglienza dei vissuti, la condivisione empatica e il contributo tecnico/artistico di ciascun partecipante.

Teatro Danza

Con il termine “teatrodanza” ci si riferisce in senso stretto a una diramazione nell’ambito della danza moderna dell’espressionismo tedesco degli anni trenta, la cui poetica risale alle teorie di Rudolf Laban e alle danze della sua allieva Mary Wigman. Fra i massimi esponenti del teatrodanza in Europa ricordiamo Pina Bausch, Carolyn Carlson, Lindsay Kemp. In esso vengono innestati elementi propri della danza non accademica d’inizio secolo, ovvero della danza moderna, della danza libera, del mimo e del cabaret. Si tratta del recupero di una dimensione primordiale del rapporto fra gesto e azione e fra gesto e parola. Il teatrodanza perciò è una forma di danza spesso allegorica, che fa uso di simboli, dove l’elemento narrativo è trattato in modo particolare, antinaturalistico e per frammenti. Esso implica un coinvolgimento totale del “danzattore” e spesso del pubblico: a livello fisico, emotivo e sensoriale. In scena compaiono i gesti e i movimenti della vita quotidiana, ricondotti ad un’essenzialità espressiva che risulta potentemente evocativa.

Masciare

Nel 2024 MF Danza ha avuto l’onore di ospitare quale conduttrice di workshop Viola Centi, danzatrice, attrice e danzamovimentoterapeuta, con competenze specifiche nel campo del teatrodanza. Da questa felice sinergia è scaturito il “progetto Masciare”..
“MASCIARE” è un progetto di MFDANZA che ha “calamitato” un gruppo di donne che, grazie alla danza declinata nelle sue valenze squisitamente evocative ed espressive, si sono scoperte profondamente affini, al punto da fare un’esperienza di autentica, non retorica “sorellanza”.
La “Masciara” nella cultura popolare dell’Italia meridionale è figura assimilabile a quella della fattucchiera, maga, potremmo dire “strega”, se questo termine non avesse assunto nell’immaginario collettivo una connotazione dispregiativa. Masciara era/è colei che conosce e padroneggia tanto le proprietà degli elementi naturali (ad es. Le erbe medicinali) quanto il potere sia costruttivo che distruttivo delle “forze invisibili”, ovvero le dinamiche psichiche intra ed interpersonali che possono generare tanto disarmonia e conflitto quanto armonia e rinnovamento.
Masciara è qualunque donna diventi consapevole dei propri “super poteri”, sintetizzabili nella capacità di sublimare ogni aspetto della vita quotidiana, di convertire “il piombo in oro”, l’ordinario in straordinario, esattamente come gli alchimisti dei tempi passati.
Le Masciare sono donne speciali, fuori dagli schemi, disponibili alla ricerca, a mettersi in gioco e in questione, a fare contatto con parti di sé inedite, a valorizzare i propri talenti senza remore, a scoprire la propria “luce” per farne dono al mondo.
Progetto “Masciare” ha aperto una strada, che continueremo a percorrere con passione, sviluppandola verso prospettive sempre più avvincenti e auspicando di coinvolgere nella nostra comunità altre “sorelle”.

Danze Etniche

Le danze popolari o etniche si connotano per il prevalere delle funzione sociale su quella estetica: nate dalla condensazione di rituali specifici di una determinata tradizione o dagli stili di vita comunemente praticati da uomini e donne appartenenti a un “popolo” o gruppo etnico, esplicano una funzione aggregativa e di riconoscimento per la comunità. Siano esse sacre o profane, legate al culto, all’attività lavorativa o alla festa, rafforzano l’identità comunitaria e permettono all’individuo di rinnovare la connessione ad essa per trarvi nutrimento per lo sviluppo personale.

A differenza della danza accademica, focalizzata sulla qualità artistica del movimento e sulla performance, la danza popolare è intrinsecamente “matrice di comunità”: funge da ponte fra individuo e gruppo, corrobora i legami sociali ed istituisce una dialettica feconda fra benessere personale e benessere collettivo.

Le danze popolari intercettano il nostro bisogno di connessione sociale, tanto più urgente in un’epoca dilaniata dall’individualismo. Interpretano il bisogno di convivialità e di integrazione con il “diverso”, che interpellandoci dai confini della nostra terra e a volte dal centro del nostro stesso cuore si fa sempre più prossimo.

Balfolk

Col termine balfolk si designa la ripresa e la valorizzazione in chiave contemporanea di un insieme molto variegato di musiche e danze proprie della tradizione europea. La maggior parte dei balli provengono dalle tradizioni francesi, bretoni, irlandesi, guasconi e occitane ma non mancano balli italiani, greci, dell’area balcanica e dei più svariati paesi. Le danze, che possono essere ballate sia singolarmente, sia in coppia, sia in gruppo, possono essere di diverse tipologie: in cerchio, in ronda, in coppia seguendo un cerchio e/o con scambi di coppia. Spesso si eseguono seguendo una struttura “modulare”, cioè ripetendo sequenze basiche per tutta la durata della danza, in modo da facilitare la partecipazione di tutti

Al balfolk è infatti associato un concetto di festa vera, che fa socializzare e unire le persone. Negli ultimi anni il balfolk sta riscuotendo sempre più successo anche presso i giovani, che reinterpretano danze e musiche secondo uno stile più personale e “moderno”, al punto di dare vita al movimento “neo trad”.

MF Danza propone corsi di balfolk generici e di danze etniche focalizzati su repertori specifici, condotti da Riccardo Nardo, maestro di comprovata esperienza.

MFdanza Accademy

Nel 2024 MFdanza ha inaugurato una feconda collaborazione con C.S.E.N. Comitato Provinciale di Pordenone, in seno alla quale ha gestito il primo corso di Formazione Insegnanti Danze Etniche, finalizzato all’acquisizione del Diploma Nazionale di I livello di istruttore in “Danze Coreografiche, Etniche, Popolari e di Carattere”, valido quale qualifica tecnica CONI.

La gestione di percorsi professionalizzanti è resa possibile dalla Direzione Didattica di Marina Fantin, in possesso dell’analogo Diploma di II livello (che abilita a formare formatori) e dal contributo tecnico di docenti altamente qualificati, specializzati in specifici repertori e nella didattica delle danze etniche (Silvio Lorenzato, Riccardo Nardo, Chiara Bin). La partecipazione attiva ed entusiastica di un gruppo di allievi già in possesso di buone competenze e ognuno portatore di un bagaglio artistico peculiare, provenienti da ogni zona del Triveneto, ha reso l’esperienza un vero successo e suscitato il desiderio di replicare, anche potenziando e migliorando il format.

Prevediamo per la stagione 2024-25 l’organizzazione di workshop intensivi dedicati a repertori specifici (balli del Sud Italia, folclore della penisola iberica, danze indiane, danze israeliane, danze palestinesi…) e/o alla didattica della danza, tenuti da insegnanti di madredanza e da professionisti qualificati. Essi sono frequentabili singolarmente o cumulativamente e sono aperti anche alla partecipazione di amatori. Ciascun seminario sarà accreditato CSEN e consentirà di maturare un credito formativo equivalente alle ore di cui consta. La frequenza di almeno 30 ore di seminari rende idonei al conseguimento dei Diplomi (di I o di II livello), previo superamento di un esame finale.

Onde etniche

La danza “costruisce ponti”, stabilisce connessioni, mette in rapporto e in dialogo culture ed individui diversi, ciascuno espressione di un mondo e custode di un’identità. Ci piace studiare, praticare e condividere la danza quale veicolo di pace, capace di “aprire brecce, saltare ostacoli, fabbricare passaggi dove ci sono muri e sbarramenti”.

Accomunati da questo sentire, abbiamo costituito un gruppo spettacolo dal nome Onde Etniche, che si propone di interpretare e divulgare coreografie attinte dai repertori etnici di diversi paesi: in prevalenza balli del Sud Italia, ma anche danze francesi, irlandesi, balcaniche, mediorientali…. E spesso performance originali, scaturite dalla composizione di elementi tecnici e suggestioni stilistiche, attinti da repertori diversi, nonché dal vasto universo della danza contemporanea e del teatro danza.

Siamo disponibili a partecipare ad eventi teatrali o di piazza, a proporre uno spettacolo a tema o una miscellanea di balli, adattando la proposta ai contesti e alle esigenze dei committenti e non trascurando mai il coinvolgimento del pubblico attraverso l’animazione.  

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