I mille volti della donna 13 Gennaio 2024

“A è A e non è non-A” è la formulazione filosofica del principio di non contraddizione su cui la nostra cultura ha basato una gigantesca rimozione del “diverso”. La storia del pensiero occidentale, e quindi la nostra prassi quotidiana che la incarna, è drammaticamente segnata dalla scissione fra identità e molteplicità. Fiumi d’inchiostro e financo purtroppo di sangue si sono versati per creare e consolidare identità e appartenenze “monolitiche”, da cui l'”altro” è esiliato e cui quindi non può rapportarsi che in veste di “nemico”.

Solo riconoscendo la natura intrinsecamente relazionale ed aperta dell’identità, possiamo propiziare l’avvento di un’etica della tolleranza e di una società della gentilezza. “A è A e al contempo è non-A”. L’identità è necessariamente fluida e composita Ognuno ha in sé il seme dell’altro da sé (come ci insegna il simbolo del Tao) e nel momento in cui lo riconosce non può voler violentare ciò che fa parte di sé, non può che accogliere e nutrire lo straniero/la straniera che l* abita.

Ogni individuo è una meravigliosa sinfonia risultante dalla composizione di note indefinitamente variegate, a volte dissonanti, ma tutte necessarie alla perfezione della personalità.

Ogni donna è “più che se stessa”, più di quello che crede di essere, più di quello che si aspettano le persone con cui ha famigliarità, più delle qualità, compiti, responsabilità, vizi, virtù che le appiccicano addosso le etichette e i ruoli già tracciati dalla società. Racchiude in sé “mille volti”, miriadi di sfacettature, “legioni” di personaggi e personalità che a lasciarle emergere e vivere vanno a comporre una Bellezza talmente piena da oscurare il sogno e da rasentare la Magia.

A tutte le “donne donne”, un po’ fate e un po’ streghe, un po’ sagge e un po’ matte, refrattarie agli schemi, sopra le righe ma dentro la profondità della propria Anima, cui stanno stretti gli stereotipi (sia svalutanti che mitizzanti), proiettate verso l’oltre della propria realizzazione più piena, è dedicato questo percorso, che si snoderà fra danza, arte figurativa e letteratura (ideale prosecuzione di “Danzare la poesia”).

Utilizzando le valenze esplorative dello strumento conoscitivo ed espressivo più potente che abbiamo, il nostro CORPO, andremo a caccia di quel “di più” che rende ognuna di noi realmente unica e lo tradurremmo in forme artistiche (siano esse pose, azioni sceniche, coreografie) in grado di renderlo condivisibile.

Il percorso si declina in stage a cadenza mensile. Il primo incontro, svoltosi il 23 Novembre ’23, è stato di carattere propedeutico. E’ possibile inserirsi nel percorso anche a partire dal secondo incontro, in programma per il 13 Gennaio 2024.
La partecipazione è aperta a chiunque, in possesso o meno di pregresse esperienze di danza. Si punta alla creazione di un clima empatico e collaborativo che valorizzi i talenti e i contributi di ognuna.
Facilita l’esperienza Marina Fantin, danzatrice, filosofa, counselor ad indirizzo gestaltico, in formazione presso la scuola di Danzamovimentoterapia Espressivo Relazionale diretta da Vincenzo Bellia.

Programma del secondo incontro:
* esercizi di riscaldamento liberamente ispirati alla Danzamovimentoterapia
* esplorazione del MOVIMENTO PERSONALE attraverso i paradigmi della teoria del movimento di Rudolf Laban
* condivisione di riflessioni, suggestioni, vissuti ispirati dalla consultazione del testo LE DEE DENTRO LA DONNA di Jean Shinoda Bolen (Astrolabio), nonché da esperienze, letture, meditazioni personali
* la DANZA DELLE DONNE: costruzione di coreografia sul brano “Enter the Temple” di Jehan Kamal (archetipo Estia), ovvero celebrare “il fuoco che ci arde nell’anima”.

Tutti gli incontri si svolgeranno a SACILE (PN), presso ML Danza via Borgo Lacchin 1/c

I incontro – SABATO 23 NOVEMBRE 2023 ore 15.00-18.00

II incontro – SABATO 13 GENNAIO 2023 ore 15.00-18.00

III incontro – SABATO 10 FEBBRAIO 2024 ore 15.00-18.00

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